Intrecci salernitani

Avete mai pensato che vivere la vostra intera vita professionale all’interno delle biblioteche vi andasse un po’ stretto (mi rivolgo ai colleghi)?

Io qualche volta sì.

Giovedì 28 aprile l’Università di Salerno mi ha dato la possibilità di uscire da questo ambito e trasferirmi in uno diverso, almeno come ospite per un giorno. Ho partecipato a Intricati Intrecci, corso di formazione in innovazione tecnologica, gestione e promozione di contenuti informativi, multimediali, radio-televisivi, musicali, un corso veramente trasversale che ha visto coinvolti, solo per fare qualche esempio, Rai News, Radio Deejay, il Future Centre di Telecom Italia, spaziando da temi come il giornalismo, al diritto d’autore in campo musicale, le applicazioni delle nuove tecnologie al mondo lavorativo e molti altri. Insomma, un corso così trasversale da farci entrare anche una bibliotecaria che parla però di blog e di editoria digitale (e un po’ anche di biblioteche, dopotutto).

Trattandosi di un intervento breve ho tentato semplicemente di fare una macro panoramica di come è cambiata la rete negli ultimi dieci anni e di come questi cambiamenti mi abbiano dato degli strumenti per dar voce alle mie riflessioni che non avrei mai potuto sperare di avere in precedenza. Le slide, disponibili qui, sono state in questo caso solo un filo per tenere insieme il ragionamento. E dalla penultima, che contiene i testi citati o suggeriti, si può vedere come mi sia basata su consolidati cavalli di battaglia…

Interessante dunque il contesto dell’iniziativa, anche a partire da uno dei pochi casi in Italia di vero campus universitario collocato non dentro claustrofobici e inadatti palazzi storici, ma in mezzo alle colline di Fisciano, a metà strada fra Salerno ed Avellino. Spazio, aria, colline e palazzi moderni. Una grande biblioteca centralizzata e una seconda in via di costruzione. Studi e personale dedicati per la web radio dell’università, Unis@und, che cura anche il podcast degli interventi di Intricati Intrecci. Facendo un rapido confronto con i miei studi nella dotta Bologna non riesco a non interrogarmi sulla parola “provinciale”, che descrive quasi alla perfezione il mio personale corso di studi e che mi pare venga invece spesso utilizzata sulla base di semplici pregiudizi territoriali.

Molti i partecipanti, studenti di diverse facoltà e alcuni tecnici, che hanno riempito quasi per intero la sala del centro ICT d’ateneo (alle pareti i manifesti originali dei film che hanno fatto la storia della fantascienza!) e non hanno esitato a fare domande e porre questioni interessanti. Fra di loro scopro di avere alcuni produttori di contenuti che sembrano fatti apposta per quello che sto raccontando loro, come l’autrice di Spaghi d’autore, “pub letterario degli scrittori emergenti e dell’editoria indipendente” e il curatore di di uno “Zibaldone multimediale” su YouTube che alla fine della lezione improvvisa per me una recensione completa del suo modello di ebook reader preferito.

La giornata successiva l’ho passata a Salerno, il cui centro storico è veramente un gioiellino che meriterebbe molti più turisti. Non tornavo a Salerno esattamente da 38 anni, essendo nata lì, ma per caso.
Non posso quindi che ringraziare per questa occasione il mio contatto di laggiù, Massimo De Santo, docente di Reti di calcolatori ma anche appassionato curatore di Uni@sound e co-autore della trasmissione settimanale di novità sul mondo delle tecnologie Digitalia (disponibile, naturalmente, anche in podcast)!

3 pensieri riguardo “Intrecci salernitani”

  1. Per curiosità, hai visitato la biblioteca centrale? Io ne ho usufruito da studente per circa 7 anni e devo dire che la qualità sia del personale che dei servizi – compresi quelli online – è sempre stata piuttosto scadente (pur essendo finalmente comparsi, prima che mi laureassi, una segnaletica interna degna di questo nome e 10-12 postazioni internet non sempre disponibili)! Trattasi di giudizio personale, of course :-)

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